La storia della nocciola calabrese

Un piccolo frutto dalla grande storia

Sono tante le curiosità legate alla storia della nocciola che antichi manoscritti indicano prima in Cina e poi in Europa, nell’area del Mediterraneo e dei Balcani dove pastori e ninfe, all’ombra di noccioli, inneggiavano all’amore, ma quasi certamente conosciuta anche ai tempi di Greci e Romani.

In Calabria, invece, la coltura del nocciolo affonda le radici nel 1700 a Cardinale e, quando nel 1850, Gaetano Filangieri pianta il primo noccioleto, nascono rigogliosi impianti anche a Torre di Ruggiero nel catanzarese e a Simbario nel vibonese dove il prodotto di eccellenza sarà frutto dell’intesa tra l’uomo e la natura, il lavoro umano e la vocazione del territorio.

Più Tonde di così…

Le nocciole, dunque, frutto millenario, una volta mature tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, cadono dall’albero senza mallo, facilitando la raccolta e aumentando la produttività per ettaro: il noccioleto, infatti, diventa produttivo già al quarto anno, matura al settimo e con il ringiovanimento della chioma, può durare anche decenni. Conclusa la fase di raccolta si passa all’essiccazione, alla sgusciatura ed alla selezionatura.

Il comparto produttivo oggi si avvale di tecniche moderne di produzione e gestione, meccanizzazione avanzata nei trattamenti e nella raccolta, difesa e protezione sostenibile della pianta, nella tracciabilità del prodotto.

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